La finger ramp e l’evoluzione delle tecniche di basso elettrico

Il basso elettrico ha subito una costante evoluzione del suo ruolo all’interno di una band; nuove attrezzature, utilizzo di materiali innovativi e le necessità del mercato musicale, hanno spinto i precursori di questo strumento a continue ricerche in fatto di suono. 

Si è passati dal chitarrista ritmico che, per mancanza del contrabbassista, abbracciava il basso preciso e lo pizzicava con il plettro come faceva con la sorella gemella, alle tecniche di double thumb dove il movimento del pollice, che scorre sopra e sotto la corda, è stato estremizzato.

Con la nascita del Fender Precision, per l’appunto preciso in quanto era munito dei fret o tasti, come la chitarra elettrica, si ovviava a tutti i problemi di intonazione dati dal contrabbasso (che richiedeva per naturale conseguenza una figura di musicista specifica). 

I due punti cardine da cui è partita l’evoluzione delle tecniche del basso elettrico sono da ricercarsi in due elementi: 

  1. I tasti caratteristici sull’ormai onnipresente electric bass;
  2. I pick-up, cioè i microfoni, che catturavano questa magia di low end sound davvero interessante.

Le bass lines iniziarono a evolversi proprio perché il basso elettrico permetteva di regolare il volume del suono e l’equalizzazione (bassi, medi e acuti) attraverso i primi amplificatori valvolari senza gli inconvenienti che si creavano sul contrabbasso come il feedback. 

Le sfumature che si possono aggiungere al suono vengono processate e amplificate portando, durante i successivi decenni, a delle vere e proprie rivoluzioni.

Il bassista riesce a interagire a livello percussivo in maniera prorompente con il drummer, facendo sì che da un pizzicato a due o tre dita, si abbiano i primi esperimenti con il pollice destro che percuote le corde rimanendo parallelo alla corda dell’electric bass. 

Si inizia a questo punto a strappare le corde del basso elettrico con l’indice e medio che agganciano da sotto le corde del Sol e del Re per poi rilasciarle. L’inventore della tecnica dello slap (o schiaffo) sul basso elettrico è stato il grandissimo Larry Graham; ancora oggi è preso come esempio a cui ispirarsi in questo approccio nella didattica del basso. 

La tecnica del double thumb è invece nata per necessità, per emulare il suono del plettro, e poi si è fusa con la tecnica dello slap raggiungendo dei risultati ritmici davvero sbalorditivi. 

I bass player che utilizzano queste tecniche si sono orientati verso due tipi di approccio nell’esecuzione per acquistare velocità e pulizia nel suono e nel timing:

  1. Modificando la postura dell’avambraccio, in modo tale che esso sia perfettamente parallelo (e in un qual modo bloccato) alla corda del basso; ad adottare questo approccio sono molti bass heroes famosi, come Marcus Miller o Victor Wooten.
  2. Inserendo uno spessore sul basso elettrico, quindi diminuendo la distanza fra il body del basso con ciascuna corda, in modo tale che l’affondo delle dita sia controllato; questo avviene sia nella parte dove si esegue la tecnica dello slap sul basso elettrico che del pizzicato; anche in questa categoria cadono nomi illustri, quali Alan Caron, Dominique Di Piazza e Gary Willis.

Nel secondo caso, lo spessore aggiunto è costituito dalla finger ramp, l’accessorio molto semplice da usare, ma che tuttavia è frutto di attente ricerche specifiche proprio per mettere a proprio agio il bassista fin da subito, a prescindere dalla tecnica della mano destra che vuole utilizzare.

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